martedì 22 febbraio 2011

Pride and queer cruise


(image by nip/tuck Sean and Christian)


N.B. chi mai potrebbe avermi ispirato Michel e Francisco? :D


Terza Parte



Dopo aver dato finalmente il degno sfogo al suo corpo, a Danny sfuggì un’esclamazione di rabbia. Era stanco di docce solitarie, di pensieri lascivi nei riguardi della persona sbagliata. Che più sbagliata non si può! Scosse la testa detestandosi. Da quando aveva rotto con Rachel solo qualche timida uscita, nessuna relazione degna di questo nome. Nessuno sbandamento per una donna. E poi, senza rendersene conto, aveva iniziato a provare attrazione per il suo collega. All’inizio non ci aveva dato peso, raccontandosi la bugia che passando così tanto insieme ed essendo Steve così dotato, ciò che provava si chiamava ammirazione. Un’ammirazione tale da sconfinare dai binari di un ‘normalissimo’ rapporto buddy-buddy. Ma da quando la sua vita correva a fianco di quella di Steve le parole normale e regolare avevano assunto tutt’altro significato. Non era normale di certo che ogni volta che aveva avuto l’occasione di vederlo mezzo nudo, le centraline del suo cervello avevano fatto tilt e tutto il suo corpo aveva gridato: LO VOGLIO! E poi era entrato prepotentemente nei suoi sogni, sempre meno vestito, sempre più vicino, sempre più disponibile, accattivante, seducente. Fino a quando, una mattina, si era sorpreso a dirottare il sogno, e perfettamente vigile la sua mano lo aveva trascinato nel solitario calvario degli innamorati che non osano avvicinare l’oggetto del proprio amore. In parole più spicciole: da quando aveva capito di amare Steve, Danny Williams, riusciva ad avere un vita sessuale solo grazie a lui.
Una volta fuori dal bagno scoprì che il collega era già uscito. Convinto che sarebbe tornato a momenti decise di vestirsi alla velocità della luce. Dalla valigia tirò fuori una camicia seria, bianca a righe celesti, un pantalone blu e quando fu vestito scelse un paio di comodi mocassini. Il protrarsi dei minuti senza Steve lo fece allarmare. Smise di indugiare ed uscì a cercarlo. Dopo qualche giro senza meta, lo trovò in quello che sembrava un emporio. Era sorridente, la faccia di qualcuno che ha contratto un buon affare e la busta che teneva tra le mani ne era la prova.
“Tutto ok?” Danny lo affiancò facendolo trasecolare.
“Pensavo ti stessi docciando”
“Beh ho finito da un po’ di ‘docciarmi’. Tu, piuttosto, gay da un giorno e già shopping dipendente?”
“Sei vittima degli stereotipi Danny! Mi sono solo accaparrato un costume per la festa in maschera di stasera”
“Festa in maschera hai detto?”
“Già, tema vintage. Per fortuna ne erano rimasti parecchi e credo di aver trovato quello che fa per noi”
“Mah” il detective allargò le braccia sconsolato mentre lo seguiva. “Dove stiamo andando Steve?”
“A provare questi” oscillò il misterioso acquisto sotto il suo naso: “Ho il dubbio che il pantalone a te stia largo e se occorresse un orlo...”
“Non mi dirai che ti sei portato appresso il kit da cucito?”
“Perché ti sorprende?”
“Già, hai detto bene!” alzò la voce: “Perché mi sorprende! Tutti durante una missione sotto copertura in una nave da crociera prevedono che dovranno fare un lavoro di rammendo, cretino io che mi stupisco!”
“Hai deciso di mettere i manifesti? Gridalo forte che siamo poliziotti sottocopertura!”
Danny rispose con un profondo sospiro: “Ok, che intendi fare?”
Steve azzerò ogni sua possibilità di rispondere con un sorrisetto dolcemente disarmante. “Perché ora sorridi... c-c-così?” balbettò.
“Perché ho capito che ti sei offeso perché ti ho dato del tappetto dicendo che hai bisogno di un orlo. Scusa”
“In verità non era per questo e comunque non mi sono offeso”
“Ok Danny, va bene”
“E non sono un tappetto. Sono alto quanto basta e non ha mai dato fastidio a nessuno!”
“No, certo, hai ragione: sei normalissimo” passando davanti ad un gruppetto di uomini seduti a bere cocktail a bordo piscina, Steve appoggiò il braccio attorno alla spalla del partner pressandosi su di lui
“Ehy!”
“Amore mio, certo che non sei basso, sei proporzionato alle mie esigenze” Steve alzò volutamente il tono. Quella frase maliziosamente allusiva ebbe come risultato di far tirare i pantaloni del brevilineo che quando fu in grado di parlare, ruminò: “Bastardo!”
A pochi metri dal solarium Steve si bloccò: “Dopo che ci siamo provati questa roba andiamo in piscina?”
“Vuoi prendere il sole?”
“Possiamo rilassarci, e intanto sbirciare se c’è qualche movimento sospetto”
“Io scommetto che invece hai deciso di mettere in vetrina tutti i muscoli e far sbavare di invidia quei tizi”
“Invidieranno te non me” ammiccò Steve facendo arrossire l’amico, già in apnea all’idea del collega in costume da bagno! Danny si domandò come avrebbe fatto, di lì a poco, ad esibirsi egli stesso in costume adamitico con certi desideri fissi in testa e fu lieto di aver quanto meno espletato la pratica ‘doccia’ da non molto. Anche se non sembrava aver avuto i risultati sperati. Si stava rassegnando a convivere con gli ormoni impazziti.

Appurato che la maschera di carnevale di Danny non fosse lunga, come sospettato maliziosamente da Steve, alle sedici e venti, dopo aver separatamente e pudicamente indossato il proprio costume da bagno a turno nella toilette, raggiunsero la piscina che nel frattempo sembrava essersi ulteriormente popolata. Gay starnazzanti e altri più miti, occupavano lettini e l’acqua. Come sottofondo musicale gli Abba con Dancing Queen. All’ingresso della coppia furono in molti voltarsi. E quando Steve tolse l’accappatoio dando sfoggio del costume blu con una striscia verticale ai lati, ma soprattutto di un fisico da sballo, il 99% dei presenti sospirò, compreso Danny che però sospirò anche di gelosia e risentimento.
“Avrei dovuto portare la pistola e stenderli tutti! Ma come si permettono a mangiarti così con gli occhi? Non lo sanno che sei mio?” se Danny era ironico (e non lo era) non lo sembrò affatto!
“Come lo sanno se mi stai così staccato?” lo provocò Steve. Danny non abboccò ma di lì a poco fu Steve a rendere palese che fossero una coppia. “Ti spalmo la crema, amore?” strillò: “non vorrei che ti scottassi. La tua carnagione è così delicata...”
“In effetti sì, mi scotto con facilità” ammise già rosso e non per via del sole Hawaiano.
“Sdraiati”
Danny obbedì scegliendo la posizione bocconi e pentendosene immediatamente. Quando le grandi mani del Seal accarezzarono la pelle resa umida dal sudore, un lungo brivido lo trapassò da parte a parte. Con un massaggio dolce e allo stesso tempo deciso, Steve depositò la protezione dal collo alle spalle, dalle spalle alle braccia, per poi risalire sul petto, lo stomaco, il ventre. E poi sulle gambe....
“Ok, se volevi impressionarmi ci sei riuscito benissimo!” bofonchiò Danny quando fu in grado di parlare.
“Sì?”
“Intendo dire che sei un magnifico massaggiatore”
Steve ridacchiò borioso: “E non hai visto ancora niente” gli sussurrò all’orecchio per essere sicuro che nessun altro captasse la rivelazione. Presi come erano dalle loro smancerie, non si accorsero di un giovane uomo barbuto che li fissava rapito. “Siete davvero una bella coppia” enunciò facendoli trasalire. “Così belli e innamorati, scommetto che state insieme da poco”.
Per non incorrere in una gaffe, Danny si affrettò a rispondere: “Sei mesi, questa è la nostra prima vacanza, vero amore?”
“Infatti, avevamo intenzione di non uscire dalla stanza ma poi ci siamo detti che i nostri colleghi, se fossimo tornati troppo pallidi, ci avrebbero preso in giro”
“Già” ruminò a mezza bocca Danny pensando: sempre il solito esagerato! A che serviva quell’allusione gratuita? E poi che colleghi?
“Che lavoro fate?” chiese l’uomo poi si scusò: “sono stato invadente, e non mi sono nemmeno presentato: Adam Princes”
“Steve McGarret, siamo broker finanziari, piacere” la stretta di mano risultò leggera e poco significativa. Steve ne trasse che gli omosessuali, a differenza degli etero, non ci tenevano a stritolare la mano quando si presentavano. Cosa per cui decise che per tutta la crociera, non avrebbe più esagerato con le strette.
All’arrivo in piscina del governatore Michel Barone, Adam, l’uomo barbuto che aveva intrattenuto Steve e Danny, sembrò distrarsi al punto che entrambi i poliziotti ebbero lo stesso sospetto.
“Potrebbe essere lui, non ha nemmeno un compagno” suggerì Danny.
“Ci sono almeno altri quaranta uomini single e ognuno di loro potrebbero essere lo stalker per lo stesso motivo. Le coppie in definitiva non sono così tante” ribatté Steve pensieroso.
“Sì ma avrai notato pure tu come guarda Barone”
“È un uomo estremamente attraente Danny, forse tu non te ne rendi conto perché preferisci altro ma ti assicuro che oggettivamente, anche se ha superato già i quaranta, è sicuramente un gran pezzo di manzo”
Quell’ultima affermazione fece aggrottare le ciglia del detective: “E da quando te ne intendi di fisici maschili?”
“Non ci vuole un master per riconoscere un uomo sexy da uno insignificante. Anche perché le caratteristiche sono più o meno le stesse delle donne: corpo asciutto e ben definito, gambe slanciate e torace non tozzo. Chiaramente un bel sedere”
“Fiuuuu, dunque io siccome sono un tappetto tozzo, con gambe tutt’altro che slanciate, sarai il prototipo dell’insignificante?”
“Però hai un bel sedere...” sogghignò Steve. Distratti, non si resero conto che nel frattempo, a far compagnia al governatore, era arrivato il suo boyfriend. Di qualche anno più giovane, Eduardo Francisco anche era un bell’uomo. Ecuadoregno, da alcuni anni la sua occupazione principale era la carriera politica del compagno. Danny li sbirciò amoreggiare senza sentirsene infastidito, tutt’altro... Si scoprì invidioso e desideroso di poter fare altrettanto. Il problema era che, oggettivamente, in quella nave, non c’era nessuno con il quale avrebbe potuto pomiciare. Allora perché se mi volto dalla parte di Steve , la salivazione mi si azzera e ho solo una voglia matta di baciarlo? Scosse la testa, contrariato dal quel pensiero.
“Non sono stupendi?” commentò Steve rivolto alla coppia baciante. Danny si sentì libero di poterli guardare direttamente: occupavano lo stesso lettino, Michel con la testa poggiata sul torace del compagno e questi che gli accarezzava i capelli lisci smossi dal vento. Alle loro spalle il cielo terso. Una cartolina d’amore. “Potremmo essere noi due” sussurrò Danny cercando di mantenere un tono ironico, ma gli riuscì così male che si odiò per quanto affermato, al punto che desiderò mordersi la lingua. “Potremmo” fu la risposta criptica con il quale lo lasciò sconcertato. Danny restò di sasso cercando di mettere ordine ai suoi pensieri e il pomeriggio passò così, senza che altri scossoni inquinassero quella apparente pace.

4 commenti:

  1. Povero Danny lo stai proprio sottoponendo alle torture cinesi XD Penso che Steve lo stia assolutamente e deliberatamente provocando, il minimo che meriterebbe è che fosse Danny a metterlo qualche volta in imbarazzo. Traspare comunque una grande intesa, nonostante sia chiaro anche il disagio del provare qualcosa e non poterlo - o volerlo, al momento - far trasparire... anche se ovviamente è qualcosa che si percepisce nonostante tutto.

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  2. La penso assolutamente così! Prima o poi, chiaramente, Danny si toglierà le sue soddisfazioni. Ma ora sono io che faccio una provocazione a te: e chi dice che Steve non soffra? :D

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  3. *____* Che... che bellissimo capitolo!
    Adoro il modo in cui li fai bisticciare e come esprimi la loro tensione, soprattutto quella di Danny. Starà sudando 100000 camicie quel pover'uomo!
    E il finale è semplicemente perfetto anche se mi ha azzerato la salivazione.
    Non vedo l'ora di leggere il seguito! Ancora BRAVA, davvero!

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  4. Grazie carissima! Ho letto tutti e tre i commenti, sono davvero uno più simpatico dell'altro! Spero di continuare a mantenere questa tensione... e tu mi raccomando: fai i compiti eh! L'ultimo era assolutamente mozzafiato...

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